GEMELLO 7: a causa dell’indisponibilità di Milinkovic Savic, esordisce in maglia granata contro la Fiorentina di Italiano. Sembra un battesimo di fuoco, ma il classe 2000 risponde come fanno spesso i predestinati. Bravissimo ad impostare l’azione coi piedi, guida i compagni e il comparto difensivo con una sicurezza invidiabile, quasi come fosse un veterano. Si prende la responsabilità su molte uscite, tra l’altro si esibisce con una parata ottima su Gonzalez. Futuro granata.
DJIDJI 6.5: prestazione nel complesso buona, non perfetta per alcuni errori evitabili.
Concettualmente è solido, e concede poco a chi lo affronta, prima Gonzalez e poi Saponara. Da una sua cavalcata nasce il gol dell’1 a 0 di Singo, ed è apprezzabile il fatto che lotti su ogni pallone. Nel primo tempo prende un giallo piuttosto sciocco per un intervento molto duro sull’argentino, ed inoltre è fuori posizione in un paio di occasioni, in particolare in una Singo deve fare fallo per tamponare. Nel secondo tempo si fa dribblare in maniera distratta da Saponara, che entra in area di rigore e avrebbe spazio per calciare a colpo sicuro.
Un po’ più di attenzione Koffi, poi ci siamo.
BREMER 7.5: annulla completamente Dusan Vlahovic, che riesce ad avere a malapena un pallone sfruttabile negli ultimi metri (gestito male dall’osannato ragazzo serbo). Per il resto lo distrugge dal punto di vista fisico, legge perfettamente tutti i suoi movimenti, e non gli concede minimamente spazio per correre in campo aperto. Negli uno contro uno poi, si sa già in partenza che la palla sarà sempre di Gleison, che mette in mostra anche i suoi soliti anticipi. A tutto ciò unisce il supporto alla manovra offensiva. Supremo.
RODRIGUEZ 7: è pur vero che da un Callejon in netta fase calante non è molto impegnato, ma nonostante ciò nel primo tempo riesce in quello che suggerivano i latini: “divide” lui e Vlahovic ed “impera”. Tutto questo con anticipi compiuti in modo pulito e con vera intelligenza, offre anche una piacevole impostazione dal basso per tutto l’arco della partita. Nella ripresa deve vedersela con Gonzalez, ma lo svizzero-latino non si scompone e lo spartito è il medesimo.
SINGO 7.5: subito prezioso per un intervento difensivo ottimo su Gonzalez, contro la Viola è carico a mille e si vede. Dopo un quarto d’ora, con una prodigiosa accelerazione in fascia, fa ammonire Martinez Quarta. Porta in vantaggio i granata, andando a chiudere sul secondo palo come gli chiede Ivan Juric, e capitalizzando il fantastico suggerimento di Vojvoda. Basta? No, non basta, perché avvia anche l’azione del 2 a 0 fraseggiando con Lukic. In mezzo concentrazione e forma straripante che si riflette su ambedue le fasi.
LUKIC 7.5: EpicSasa risponde da leader, e fornisce la solita prova da faro delle mediana, prende letteralmente per mano il centrocampo e tesse i fili della manovra del team di casa. Non sbaglia un pallone e detta i tempi di gioco a tutta la squadra, capendo quando serve accelerare e quando rallentare
Ciliegina sulla torta di una prestazione sontuosa, l’assist per il 2 a 0 di Brekalo, dove è fortunato nel rimpallo, ma bravissimo a dettare il passaggio a Singo e a puntare Quarta. Poi la sua genialità fa tutto il resto.
MANDRAGORA 7.5: che ritorno per “Rolly”, che nel primo tempo visti i palloni che recupera, non fa minimamente sentire l’assenza di Pobega. È un riferimento fisso per i compagni, soprattutto nei casi in cui Sasa è pressato. Fascia di capitano al braccio onorata e una quantità esagerata di lavoro sporco nella prima frazione. Nella ripresa vuole ricordare a tutti di essere anche un calciatore di qualità, e serve a Sanabria un assist stupendo per il poker.
VOJVODA 7: stantuffo costante sulla corsia mancina, serve un cioccolatino da scartare per il gol di Singo, col compagno che infatti non si fa pregare, ringrazia e si complimenta
Gioca con una determinazione che al mister darà sicuramente orgoglio, contrastando l’avversario in qualunque caso sia possibile, tanto che ruba più di un pallone in pressione alta. A parte il dribbling che subisce per mano (o piede) del tecnico Odriozola e il fallo da ammonizione su Gonzalez, è una prova ottima. Il kosovaro è il miglior esterno mancino del Toro, lo definivano “mediocre”.
PRAET 7: ruba meno l’occhio rispetto ai compagni di reparto, ma il suo apporto nella gestione del pallone è fondamentale. Sotto il profilo tecnico sbaglia pochissimo, quando è in possesso di palla è una sicurezza, vista la sua concretezza e affidabilità. Contribuisce con efficenza anche all’equilibrio nella zona nevralgica, effettuando dei buoni recuperi. Darebbe anche una palla illuminante a Sanabria dopo il gol, ma il paraguaiano non ci crede abbastanza e perde l’attimo. Utile.
BREKALO 8: è subito freddissimo, quando capitalizza l’occasione che Lukic gli offre sul piatto d’argento. Poi la sua prestazione è un continuo susseguirsi di giocate spettacolari, tra dribbling secchi, fraseggi e passaggi che denotano fantasia e classe. Non perdona alla mezz’ora, e sul retropassaggio suicida di Callejon, dribbla Terracciano come un birillo e fa centro col mancino a porta vuota. Così è diventato il “bomber” della stoica brigata granata, con 5 reti in campionato. È poesia per esteti il colpo di tacco per Mandragora sul 4 a 0. Si, questo è Josip Argento Vivo.
SANABRIA 7.5: tantissimo lavoro di quantità e qualità al completo servizio dei partner d’attacco e del centrocampo, dimostra di nuovo una tecnica e una visione sopra la media per uno che di ruolo fa il centravanti.
Si è consapevoli che gli manca la freddezza e la pericolosità negli ultimi metri, ma vede la palla che gli serve con astuzia Rolly e si trasforma per pochi secondi in rapace. Sfrutta lo spazio che gli concede Igor per inserirsi, dribbla con maestria Terracciano e deposita in fondo al sacco. Potrebbe anche ripetersi su palla filtrante di Praet, ma non ci mette la convinzione per sfondare in area.
JURIC 9: in conferenza spiegherà poi di aver detto ai suoi ragazzi, che dei giorni di riposo a volte fanno bene, e che sarà questo a portare il risultato. Profeta assoluto della giornata, prepara la gara ottimamente, analizzando con acume tutti i punti deboli della Fiorentina, che non riesce a mettere in difficoltà minimamente i suoi. La solidità e l’organizzazione proposte sono da applausi, la spettacolarità del gioco da statua sotto la Mole. In panchina si sentono solo le sue grida, non sono in molti allo stadio e diventa il dodicesimo uomo. Mister, se lo meritava.
Lorenzo Conzatti, Universo Toro