L’arrivo del croato ha rappresentato un punto di svolta nella storia recente del Torino. Nell’anno che verrà l’obbligo di confermare il percorso di crescita.
Il 2022 si preannuncia un anno di scelte delicate per il Torino, a partire dal calciomercato invernale che si aprirà lunedì. L’epurazione della rosa iniziata nella scorsa estate dovrebbe completarsi definitivamente proprio nelle prossime settimane, con molti senatori indiziati a partire (Baselli, Izzo e Rincon su tutti, ma occhio anche a Verdi e Zaza). L’anno che verrà sarà decisivo anche per Andrea Belotti, la cui permanenza in granata sembra ormai impossibile, viste le ultime dichiarazioni del presidente Cairo. In caso di una sua partenza a giugno, a zero, il Torino dovrà tuffarsi alla ricerca di un degno sostituto e la faccenda sarà tutt’altro che semplice. A giugno scadrà anche il contratto di Davide Vagnati, direttore sportivo elogiato da Cairo negli ultimi giorni, ma il cui futuro in società resta incerto.
RISCATTI – I prossimi mesi determineranno anche il futuro dei giocatori arrivati in prestito in estate. Si tratta di praticamente tutti i trequartisti, Pjaca, Brekalo e Praet, i cui riscatti rispettivamente da Juventus, Wolfsburg e Leicester costerebbero a Cairo più di trenta milioni complessivi. Le qualità dei fantasisti sono sotto gli occhi di tutti, ma a preoccupare in vista del girone di ritorno sono i frequenti infortuni e la poca costanza di rendimento. Senza dimenticare l’esborso, quello già certo, di 9 milioni dovuto alla Juventus per Mandragora. Ancor più complessa sarà la permanenza in granata di Tommaso Pobega, che a giugno salvo nuovi accordi fra Torino e Milan tornerebbe in rossonero.
LA CERTEZZA – Sarà compito della dirigenza del Torino provvedere poi al rinnovo di Gleison Bremer, che ha vissuto un 2021 da sogno fino a entrare nella top 11 del girone d’andata. La credibilità del club dipenderà anche dagli sviluppi dei lavori al centro tecnico Robaldo e dalla trattativa che potrebbe nascere con il Comune per l’acquisto dello Stadio Olimpico. Tante le incognite, compreso il fantasma del Covid che continua a far paura, una sola la certezza a cui aggrapparsi: Ivan Juric. Il Toro è radicalmente cambiato dal suo arrivo all’ombra della Mole, sia negli uomini che nell’atteggiamento in campo, finalmente estasi di puro granatismo. Dal prossimo 6 gennaio, contro l’Atalanta, il croato dovrà confermare le buone impressioni dei primi mesi in Piemonte.