E’ il solito Torino. Chi dovrebbe fare la differenza rispetto a un anno fa?

L’editoriale/I granata contro il Cagliari hanno palesato le stesse difficoltà della stagione passata. Semplicemente perché la rosa è identica. Anzi, manca qualcosa

Per quest’anno, non cambiare, stessa squadra, stessi problemi. Parafrasando il testo della celebre canzone di Piero Focaccia, si può dire che il campionato del Toro sia iniziato nel segno di quello scorso, sia in termini di rendimento e stile di gioco, che di rosa.

La prestazione contro il Cagliari è di quelle viste e riviste, di una squadra identica a sé stessa, che prova a far gioco ma incapace di cambiare spartito a gara in corso. La manovra è risultata lenta e prevedibile, pochissime le verticalizzazioni e i dribbling riusciti. Al di là di qualche brivido con le occasioni di Sanabria – grande risposta di Radunovic – e quella, ben più grande, di Schuurs, Ranieri non ha subito quasi nessuna pressione ed è riuscito a intortare Juric, soprattutto a centrocampo.

I problemi aumentano in casa, dove il Torino non riesce a segnare. Nelle ultime 9 partite solo 5 le reti fatte registrare da Sanabria e compagni, che hanno portato in eredità una vittoria, contro il Bologna, a marzo scorso, quattro pareggi e altrettante sconfitte. Numeri che non possono soddisfare il pubblico granata, ieri quasi commovente nel sostenere la squadra, non curante dei 36 gradi. Certo, le temperature proibitive hanno inciso – già a metà secondo tempo era comprensibilmente finita la benzina di molti – ma questi stessi limiti, il Torino, li ha palesati anche la scorsa stagione e quindi prescindono dalle condizioni atmosferiche.

A fine match, nessuno si è detto sorpreso dello 0-0. Il risultato è tutto sommato giusto e il fatto che il migliore in campo sia stato Milinkovic Savic, bravissimo a togliere dal sette il tiro a giro di Nandez, non può bastare a Juric. A dieci giorni dalla chiusura del mercato, la rosa è incompleta. E’ vero che Singo è stato rimpiazzato da Bellanova e Lazaro coprirà la partenza di Ola Aina, ma rispetto alla scorsa stagione c’è un Miranchuk in meno. E se dovesse tornare anche il russo, la trequarti sarebbe la stessa dell’anno scorso. In quel caso, sarebbe comunque lecito domandarsi: perché mai dovremmo aspettarci un miglioramento rispetto all’anno passato? Chi dovrebbe fare la differenza? Tameze? Bellanova?

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