Dialogo tra arbitri e Var, niente più segreti: “Non abbiamo nulla da nascondere”

Al termine dell’incontro al centro di Lissone ha parlato lo stesso Rocchi che ha fissato alcuni punti chiave su soggettività interpretativa e potere decisionale dell’arbitro, sul ruolo e sulle possibilità d’intervento della tecnologia. “Se l’arbitro vede male, il Var interviene e corregge l’errore”, dice l’ex fischietto che rispetto alla classica domanda sollevata nei casi più dubbi emersi in campo (“perché il Var non è intervenuto?”) replica con un concetto molto preciso: “Non è facile spiegare e capire l’interpretazione soggettiva se non si accetta che dietro il monitor ci sia una persona che decide o un arbitro in campo che decide a prescindere da quello che si può pensare”.

Un modo per uscire dal cono d’ombra c’è: rendere pubblici i colloqui tra direttori di gara e colleghi al Var. Non si ancora quando potrà accadere ma l’intenzione è farlo. “Cercheremo di far ascoltare i nostri dialoghi anche pubblicamente in futuro – ha aggiunto Rocchi -, perché non abbiamo niente da nascondere”.

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