MILINKOVIC SAVIC 6: non perfetto in avvio sul tiro di Grassi da fuori area, si riscatta col super riflesso su Joao Pedro da zero metri. Nella seconda frazione compie un’altra parata, che evita che il passivo sia peggiore. Non era in un bel periodo, ma non ha colpe specifiche.
DJIDJI 5: molto distratto in fase di marcatura, anche negli uno contro uno con Dalbert non riesce mai a prevalere. Riesce a contenere come può Joao Pedro, ma è una prestazione fatta di molteplici sbavature e disattenzioni la sua. Sul secondo gol concede a Pavoletti la sponda per Deiola, e mezzo gol è generato da quell’episodio, dal momento che Milinkovic aveva la visuale coperta per poter vedere il tiro del sardo partire. È migliorato, ma con profili simili come titolari il Toro non crescerà ancora.
BREMER 6.5: il migliore del pacchetto arretrato e uno dei migliori in campo. Se Pereiro non è in grande giornata e non riesce a pungere molto il merito è di Gleison, che ringhia e raddoppia il fantasista uruguaiano quando prova a creare. Sfiora il gol nel primo tempo, ma Cragno si presenta con una paratona, che consente agli ospiti mantenere la rete inviolata. Pavoletti nel finale gli dà qualche grattacapo, ma sono quisquilie se si pensa ai maestosi interventi.
RODRIGUEZ 5.5: l’orologio svizzero è meno preciso del solito in copertura, e poco presente nella fase offensiva. Più in difficoltà rispetto alle altre uscite quando sollecitato, non riesce a marcare Bellanova in coppia con Ansaldi, nel momento in cui Dalbert lo serve per la rete del vantaggio. Apprezzabile in varie circostanze, ma per puntare più in alto servirebbe altro.
VOJVODA 5: torna a destra e il rendimento si abbassa, tornando quello del giocatore non sempre impeccabile di inizio stagione. Anche allo Standard Liegi aveva dimostrato di trovarsi più a suo agio a sinistra, il match dell’ultimo week-end è una conferma ulteriore. Dalbert dalle sue parti è davvero uno spauracchio, ed il kosovaro gli concede troppa libertà d’azione (SINGO 6: da un po’ di vivacità sull’esterno, ma non riesce a cambiare il canovaccio della partita, soprattutto a causa del delirio e della confusione che si respira al suo ingresso in campo. Ha comunque un impatto migliore di quello dei suoi colleghi, panchina irrazionale).
LUKIC 5.5: non parte male per la verità, ma ha sul groppone l’errore che porta al gol dell’uno a zero cagliaritano. Nonostante ciò, sebbene lo sbaglio lo penalizzi e non sia lucido al pari di tutte le altre gare disputate, dà sempre il suo irrinunciabile contributo nella costruzione bassa. È la prima partita che stecca e già si sentono ingrati pronti a criticarlo, una giornata no capita pure ai migliori. Non mollare Sasa!
POBEGA 6: ritorna nel suo ruolo naturale, quello del centrocampista di quantità, e i risultati si vedono distintamente. Prestazione di enorme sostanza, in cui conferisce equilibrio e muscoli al centrocampo per larga parte della contesa. La sua conclusione a giro dal limite meritava maggiore fortuna, purtroppo è in ritardo sulla conclusione chirurgica di Deiola.
ANSALDI 5: proposto in maniera folle da Juric nell’undici iniziale, soffre in maniera terribile il confronto col pimpante Raoul Bellanova che lo annichilisce. Non riesce mai a dare la svolta a livello tecnico nella fase attiva, e in quella passiva è pressoché inesistente. È stato per anni il calciatore migliore in forza ai granata, ma è chiaro che sia sul viale del tramonto.
BREKALO 6.5: con Lukic appannato e un Pjaca ai limiti del ridicolo, è il solo che prova ad accendere la luce sulla trequarti. Al minuto 38 esce dai suoi piedi l’ottimo suggerimento per Marko che trova la respinta di Cragno, batte poi la punizione che porta al pareggio di Belotti. Seppur giochi a destra non si dà mai per vinto, e continua a tentare di proporre il suo calcio.
(SANABRIA 5.5: non riesce a incidere e da questo il voto, però accade per colpe non sue, considerando che viene inserito malissimo da trequartista in una fase caotica del confronto).
PJACA 5: aldilà del bel tiro che impaurisce i sardi su assistenza di Brekalo, non fa nulla che sia degno di nota. Errori tecnici imbarazzanti, a tratti vaga per il campo al pari di uno zombie e non sa davvero che pesci pigliare. Ormai non è più utile alla causa, ed è abbastanza grave che ce ne rendiamo conto noi e non l’allenatore.
BELOTTI 7: migliore in campo del Torino per tutto l’arco della gara, gioca molto al servizio dei compagni mettendoci fisico ed intelligenza, poi mette a segno la marcatura che vale il momentaneo pareggio sfruttando da vero numero nove la punizione ben calciata da Josip. Ha tanta voglia e si avvicina alla forma migliore, ha attorno una squadra che conferma di essere meno brillante rispetto a mesi fa.
JURIC 4: la perde specialmente per via delle sue scelte, Ansaldi e Pjaca dal primo minuto era ovvio che non potessero dare moltissimo alla causa, lui si ostina come sovente e li tiene in campo fin troppo. Decisioni che di riflesso, limitano il rendimento di Brekalo e Vojvoda, meno a loro agio schierati a destra. Lo stesso Zima tenuto quasi sempre fuori comincia ad infastidire, dato che l’attuale Djidji non gli è certo superiore (anzi). Le sostituzioni poi sono tardive in larga parte, e aprono un ulteriore capitolo su cui riflettere. Ha chiesto a gran voce giovani, e ad oggi o giocano pochissimo o non hanno proprio spazio. Dopo un mese Ricci e Seck sono stati inseriti per otto minuti, dato lo svantaggio andava fatto molto prima. Per non parlare poi di Warming, Zima e del valido Buongiorno, che salvo ecatombi di infortuni non vedono mai il campo. Okay l’annata di transizione, ma se non serve neanche a dare minutaggio ai talenti, è davvero fine a sé stessa. Mister si svegli, il vero Juric è diverso. Se vuole che il Torino possa fare un decisivo salto di qualità come paventa in intervista, deve avere più coraggio di scommettere su di loro, oltre a diventare meno testardo sulle fissazioni.
Lorenzo Conzatti, Universo Toro