Le pagelle “a freddo” di Atalanta-Torino

Antonio Sanabria (Torino FC) in action

MILINKOVIC-SAVIC 5,5: va vicino a parare uno dei due rigori di Muriel intuendo il lato, sui due penalty del colombiano oltre che sul gol di Pasalic, era difficile fare meglio. Gara tuttavia non sufficiente del portiere serbo, visto che avrebbe potuto sicuramente fare di più sulla rete di De Roon, che era indubbiamente molto potente, ma decisamente centrale e parabile.


ZIMA 5: la prima gara da dimenticare per il giovanissimo centrale ceco in maglia granata, dal momento che parte benissimo come al suo solito, poi dalla mezz’ora del secondo tempo perde totalmente efficacia e concentrazione. Prima concede a Marco Pasalic un enorme corridoio nel quale inserirsi per siglare il gol del 3 a 4, causa poi il secondo rigore di Muriel tenendo il braccio largo. Tuttavia le pressioni di Bergamo e la giovane età sono un’attenuante non da poco, ne ha meno chi ha già causato 4 o 5 rigori, facendo perdere tantissimi punti.


BREMER 7: salva un gol già fatto con un tackle in scivolata da veterano sulla conclusione di Duvan Zapata a inizio secondo tempo. Aveva di fronte uno dei centravanti più fisici della Serie A, e nonostante ciò, non lo molla mai e riesce a limitarlo al massimo. Clamoroso come sia in grado di migliorarsi di partita in partita, da vero esploratore dei margini evidenti e nascosti del proprio potenziale. Avrà una grande squadra.


RODRIGUEZ 6: non al meglio dopo il fastidio muscolare patito contro lo Spezia, disputa una gara attenta e senza grandissimi errori. Il rigore fischiato per fallo su Zappacosta si considera abbastanza generoso, il contatto è minimo e l’orobico accentua molto la caduta. Per il resto solita prestazione puntuale e precisa, aiutando anche il reparto nella costruzione bassa. Al 95 si immola, evitando proprio al medesimo e più che discutibile Zappacosta, impedendogli di siglare il gol del 5 a 4. Non demorde e si salva.


SINGO 6: risponde a tono alla critiche di chi lo ha definito come “giocatore tecnicamente molto scarso, stupido, e che ha solo corsa e fisico”, con il bellissimo lancio per Praet che poi serve ottimamente Sanabria per il primo gol, e con l’imbucata degna di nota per il nove paraguaiano che conquista il rigore del 2 a 2. Tuttavia quella dell’esterno ivoriano è una gara a due volti, ottima dal punto di vista offensivo e inferiore rispetto al solito in copertura, visto che la Dea sfonda facilmente dalla sua parte.


LUKIC 8: e cosa gli devono dire i detrattori, se non “grande, scusami se ti ho offeso per anni, continua così”?! Si prende ancora con coraggio la responsabilità di ergersi a rigorista del Toro, realizza perfettamente entrambi i penalty, spiazzando Musso con estrema naturalezza. In mezzo al campo mette a disposizione del team tantissima qualità, con scelte non banali ed una capacità di far circolare la palla, che è rara e preziosa da queste parti. Prende per mano Ricci e lo rassicura, infatti con Sasa al suo fianco, anche le prestazioni del toscano sono in crescita. Sul 2 a 3 compie un grande intervento difensivo, intercettando un pallone davvero pericoloso nell’area di rigore granata. Poteva fare forse qualcosa di più sull’incursione di Pasalic, ma sono quisquilie di fronte ad una prova nuovamente gigantesca. Umile leader.


RICCI 6.5: onore al merito, perché le partite di lotta non sono il suo pane, e questo è evidente dai primi minuti. Nonostante qualche difficoltà per tale motivo, gioca una partita totale, che è di puro sacrificio in fase difensiva, e di costanti inserimenti in quella offensiva. Dividere il campo con Lukic gli giova, pare anche più sicuro e spigliato nelle scelte e nelle giocate
(POBEGA 7: appena entrato, manda subito al bar un disattento Toloi con un abile controllo in area orobica, e si conquista magistralmente il tiro dagli undici metri. Lotta mettendo il fisico e dando sempre equilibrio nella zona nevralgica, peccato che torni al Milan, se potesse restare il centrocampo del Torino sarebbe da top club).


AINA 6: Juric concede un turno di riposo a Vojvoda e lo lancia in campo dal primo minuto. Il nigeriano risponde con una partita diligente e sufficiente, nella quale si dedica maggiormente alla fase difensiva, dando un buon contributo. Non si vede molto in avanti, ma la concretezza e il sacrificio sono da tenere in considerazione.


PRAET 7.5: vero passatore, dotato di tecnica, visione di gioco, fantasia e Q.I. calcistico sopra la media. Sorride il Toro, che orfano da mesi, riabbraccia quello che sarebbe potenzialmente il suo miglior assistman. Suo l’assist per il primo gol di Sanabria, partecipa alla festa del gol con le imbucate per Pobega che poi con astuzia conquista il rigore, e per Sanabria che mettendo il pallone in mezzo propizia il quarto gol. Un rinnovo del prestito sarebbe l’ideale.


PJACA 5: la sua sfortuna riguardo agli infortuni ormai lo precede, esce dopo 30 minuti per un nuovo acciacco, l’ennesimo. Tuttavia, in quel poco minutaggio che ha a disposizione, è autore di una prova disgustosa. Fantasma per antonomasia dell’undici titolare granata, non si vede nemmeno per dei semplici appoggi, lo si nota solo quando si fa male e chiede il cambio
(BREKALO 5.5: sicuramente più vivace e sveglio del suo impalpabile collega, ma non riesce mai ad imporsi nel corso del match, e a far valere le sue qualità tecniche nella misura che ci si aspetta da lui. In qualunque caso comunque, non deve più sedersi in panchina).


SANABRIA 8: criticato (anche a ragione) in varie occasioni, ripaga alla grande la fiducia del suo allenatore, che lo schiera titolare al posto di Pellegri. Dopo 3 minuti porta in vantaggio il Torino con un tap-in vincente sul gentile invito di Praet, è poi furbo e opportunista quando si conquista il rigore del 2 a 2. Provoca anche l’autorete di Freuler, che senza la deviazione dello svizzero sarebbe stata un assist per Lukic, che si sarebbe con tutta probabilità portato a casa il pallone con una tripletta. A un attaccante moderno non si può chiedere di più.


JURIC 7: partita preparata benissimo, nella quale il Toro affronta l’Atalanta a testa alta, anche riguardo al gioco e alla spettacolarità. Bene, finalmente, pure nella gestione dei giovani, che da qualche giornata stanno vedendo il campo maggiormente. Impareranno dai loro errori, formare i talenti è quello che si chiede ad Ivan di Spalato il valorizzatore, uno dei migliori tecnici in Italia sotto questo punto di vista. L’unico neo è il fatto che, in certe fasi della partita, dovrebbe cercare di essere più solido e tattico, visto che ha delle conoscenze e una preparazione innegabile quando sceglie di esserlo (vedasi partita con Inter e Milan). Tante volte, il suo bel team ha buttato via per alcuni dettagli nei minuti finali, e da un mister con un simile potenziale ci si aspettano dei traguardi superiori alla metà della classifica. E’ bravissimo, e il prossimo anno dovrà fare il salto di qualità definitivo, quello che merita.

Lorenzo Conzatti, Universo Toro

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