Ecco cosa rischiano i giocatori indagati

Per il momento non è ancora il caso di lasciarsi andare a previsioni affrettate: le indagini sono in corso, la posizione dei calciatori è subito parsa netta, indirizzata verso una strategia difensiva legata all’autodenuncia, questo nello specifico per quanto riguarda Fagioli e Tonali, già decisi a collaborare pienamente con le procure. Discorso diverso per Zaniolo: “La procura federale non si è mai fatta sentire, non ha notificato nulla perché non è sua competenza a meno che non ci sia ipotesi di scommesse sulle partite, cosa che escludiamo categoricamente”, questo il commento del penalista che segue il caso dell’esterno dell’Aston Villa.

In caso di patteggiamento prima del deferimento, come nel caso – più che verosimile – di Fagioli la pena sarebbe dimezzata: da 3 anni – posto di aver escluso l’ipotesi di scommesse sulle proprie partite: in quel caso sarebbero 5 gli anni di squalifica – si passerebbe a uno e mezzo, potenzialmente alleggerito dall’autodenuncia dei giocatori coinvolti, dalla collaborazione con la federazione e dall’eventuale comprovata condizione patologica, declinata alla ludopatia. Ad ogni modo per ora si tratta solo di suggestioni, perché prima di avere conferme bisognerà attendere. Tempi lunghi e tempi difficili all’orizzonte, con la FIGC intenzionata a dare un segnale importante su una vicenda che si spera possa appartenere presto solo al passato.

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