La partita giocata al Dall’Ara non ha trasmesso grandissime vibrazioni, considerando tutto, è stato un pareggio piuttosto scialbo quello maturato alla fine dei 90 minuti. Nonostante una tenuta difensiva migliore rispetto ad altre uscite, al gruppo è sembrato mancare quel mordente che consente di vincere gli scontri. Chiaro che, non si sia trattato di una gara esaltante nemmeno dal punto di vista della verve, dal momento che le occasioni create su azione costruita non sono state innumerevoli.
Juric ha lanciato Ricci a centrocampo e Pobega sulla trequarti, ottenendo da questo una maggiore solidità e pochi rischi nella fase passiva. Di contro però, sulla trequarti i ragazzi sono stati deficitari in termini di qualità, anche a causa della giornata negativa dell’estroso Brekalo. Pure le prove offerte da Djidji e Rodriguez non sono state certo indimenticabili, e spingono sempre a chiedersi perché Zima e Buongiorno non abbiano decisamente più minutaggio. Sebbene Berisha non sia stato impegnato praticamente mai, specie per via dell’applicazione dei due esterni e per la vera onnipresenza di Gleison Bremer, i due braccetti non si sono dimostrati certamente encomiabili. Ha deluso poi la gestione dei cambi da parte del tecnico, che ha inserito solo Sanabria a gara praticamente conclusa.
I fatti parlano di un “Ivan il Terribile”, che tanto ha spinto in estate e a gennaio per avere giovani rampanti al fine di valorizzarli, ma che poi concretamente sta tergiversando un po’ troppo riguardo al loro impiego. Oltre ai già menzionati Buongiorno e Zima, calciatori come Warming, Seck o lo stesso Aina, avrebbero potuto essere gettati nella mischia, per tentare di cambiare l’inerzia del match. Invece ultimamente assistiamo troppo spesso ad integralismo e testardaggine, con eccedente voglia di insistere su alcune scelte che sul lungo periodo non si stanno rivelando propriamente straordinarie. Inoltre, i supporters vorrebbero rivedere quello spirito che il Toro aveva mostrato non solo al derby, ma anche per larga parte del girone di andata. Quella determinazione che in fondo, era molto simile al cuore granata, simbolo della storia del club.
Lorenzo Conzatti, Universo Toro