
La Serie A prova a cambiare il calcio italiano: “Se non ora, quando?”. Come si legge su La Repubblica in edicola oggi, i club hanno preparato un documento di 25 pagine diviso in 12 articoli e 45 voci da definire lunedì in Lega, per poi presentare martedì al tavolo di riforma con la Figc.
La Serie A chiede l’introduzione di un Salary Cap, sulla falsariga di quanto avviene in Spagna, ovvero un tetto alle spese che “impedisca di sostenbere stipendi eccessivi in rapporto al fatturato del club“. La norma prevederebbe anche il blocco del mercato nei confronti delle società inadempienti. Ma non solo. Sempre nel filone del taglio delle spese, la Serie A propone la riduzione automatica del 30% degli stipendi dei calciatori in caso di retrocessione.
Passando in rassegna le altre proposte della Serie A, spicca quella che prevederebbe la possibilità di far sottoscrivere ai calciatori contratti fino a 8 anni (non più solo fino a un massimo di 5 come accade ora) e la riduzione del numero complessivo di partite disputate nell’arco della stagione: per raggiungere questo obiettivo si fa riferimento anche a un taglio drastico della Coppa Italia dando vita a una sorta di mini-torneo: alcune partite, ad esempio, varrebbero sia per la coppa che per il campionato.
Il documento redatto dalla Serie A prevede anche una serie di richieste alla politica, come ad esempio il ripristino del Decreto Crescita (che costerebbe alle casse dello Stato circa 60 milioni all’anno) e un giro di vite per aumentare il livello di sicurezza negli stadi. Tra i provvedimenti allo studio c’è la previsione del riconoscimento facciale per accedere agli impianti.