Il difensore svizzero sta vivendo con Juric il miglior momento della sua carriera in Italia
Il 25 agosto è un giorno di festeggiamenti nel mondo granata. Oltre al tecnico Ivan Juric, compie gli anni infatti anche il nuovo baluardo della difesa del Toro, Ricardo Rodriguez, che spegne oggi 30 candeline. La storia dello svizzero in granata è una delle più strane e dai risvolti più inattesi. Arriva in Piemonte nell’estate 2020 dal Milan su indicazione di Marco Giampaolo, ma la stagione è tutt’altro che esaltante: 16 presenze, concentrate quasi tutte nella prima metà dell’anno, fin quando il tecnico di Bellinzona non viene sollevato dall’incarico. Con Nicola il classe ’92 non vede quasi mai il campo, finendo in fondo alle gerarchie della difesa insieme a Izzo a beneficio di Buongiorno. Un’annata che sembra il preludio a una sua cessione, che lo stesso Torino auspicherebbe, visto che il centrale pesa sul bilancio tre milioni lordi. E invece, con l’arrivo di Juric, nel giugno successivo, cambia tutto.
RINASCITA – Nella stagione 2021-22 Rodriguez si afferma come uno dei titolarissimi della difesa granata, collezionando 34 presenze – salta soltanto le gare d’andata contro Udinese, Roma e Empoli per infortunio, oltre a quella contro il Genoa – e un assist, quello per Pellegri in casa della Lazio. L’allenatore croato gli dà una fiducia incondizionata e Rodri la ripaga con prestazioni attente in fase difensiva, a cui aggiunge ottime doti di impostazione dal basso. Con Bremer forma una delle coppie di retroguardia più solide del campionato e completa l’eccellente annata qualificandosi con la sua Nazionale ai Mondiali di Qatar da primo nel girone ai danni dell’Italia.
LEADER – Nel suo terzo anno al Torino, appena iniziato con due eccellenti prestazioni con Monza e Lazio, Rodriguez è stato addirittura investito del ruolo di capitano, dopo la partenza di Belotti e l’ammutinamento di Lukic. Un riconoscimento più che meritato, quello della fascia al braccio, che il difensore, entrato oggi nel team degli “enta” sta onorando con grande professionalità, nel momento indubbiamente più felice della sua carriera in Italia.
