MILINKOVIC SAVIC 5: inoperoso per larga parte se non per tutto il match, si limita ad impostare l’azione da dietro, riuscendoci piuttosto bene. Gravissima l’uscita sbagliata che consente a Raspadori di segnare praticamente a porta vuota. Si deve assolutamente ritrovare.
ZIMA 7: annulla senza grandi patemi il molto chiacchierato Raspadori, che non riesce a saltarlo quasi mai e soffre il ceco per quasi tutto l’arco del match. Sta trovando fiducia e sicurezza, oltre a fare costanti progressi nella gestione della sfera e nella protezione offensiva. Ragazzo troppo bravo per stare a guardare dalla panchina, forse anche Juric ha capito che è presente e futuro del suo Torino.
BREMER 7: per il valido Scamacca c’è poco da fare contro il granitico Gleison, che non gli lascia davvero respiro, tanto che l’italiano è costretto a stare più largo a destra per giocare di sponda. Copre ogni spazio e legge qualsiasi iniziativa avversaria, talmente esplosivo che soltanto la traversa gli nega la gioia del gol su “pennellata” di Vojvoda. L’unico neo è che è troppo avanzato sul contropiede che porta al gol del Sassuolo, per il resto impeccabile.
RODRIGUEZ 6.5: disputa nel complesso una grande partita, dimostrandosi anche concreto nella fase difensiva, oltre che fine ed elegante in impostazione. Spazza molti palloni insidiosi, e dà vita a un duello appassionante con Berardi vincendolo per larghi tratti. Peccato per il finale in cui il neroverde si prende la sua rivincita, e con un tocco molto astuto riesce ad eludere lo svizzero per poi servire Raspadori liberissimo.
SINGO 6.5: tanto impegno e spinta costante, oltre a un buon apporto nella fase di non possesso. Assiste benissimo Sanabria con una sponda di testa, e oggi vorrebbe riuscire a far segnare tutti i compagni. Voto che premia il suo altruismo, ma ha tantissime occasioni per calciare in porta e le spreca aspettando troppo. Probabilmente è la paura di sbagliare, cosa comprensibile vista la giovane età, dimostra però ancora mezzi fisici e tecnici clamorosi.
LUKIC 7: il soldato semplice è diventato Generale, ed esibisce i propri gradi ad ogni avversario. Solita impostazione pulita, pratica e intelligente, e il consueto controllo dei ritmi del Toro e della costruzione bassa granata. Guida la compagine con il joystick, ed offre anche un ottimo supporto ai compagni davanti, oltre ad un lavoro preziosissimo nel recupero della sfera e nel contenimento. Sasa versione Epic.
MANDRAGORA 7: ancora in campo con la fascia di Capitano, ci sentiamo di dire che il buon “Rolly” la onora. Si batte come un leone e non molla di un centimetro, dando equilibrio e costringendo innumerevoli volte gli uomini di Dionisi al fallo. Sfiora un gol da fuoriclasse con una fucilata da fuori area, che si stampa sul palo sotto gli occhi increduli di tutti i presenti.
(POBEGA 6: ha la voglia di spaccare il mondo e questo è sicuramente apprezzabile, però è ancora più irruento del solito, beccandosi un giallo a pochi minuti dal suo ingresso in campo. Da comunque una mano e fa rifiatare piuttosto bene uno stanco Mandragora, ma siamo distanti dagli abituali livelli di Tommaso)
VOJVODA 7: esterno tutta fascia totale, che coniuga alla perfezione quantità e qualità. Attento e sicuro nella fase passiva, concentrato e letale in quella attiva. Non mancano al suo tavolo dribbling di alto livello, e ormai dispensa cross a dir poco telecomandati. Kiriakopoulos (migliore in campo del Sassuolo) gli leva il gol con un intervento sulla linea, mette dei veri e propri cioccolatini sulle teste di Bremer e Sanabria, che centrano entrambi la traversa.
PRAET 6.5: Q.I. calcistico straordinario e qualità tecniche nettamente oltre la media. Taglia spesso il campo con cambi di gioco preziosi, gestisce la sfera con sapienza e contribuisce anche alla copertura quando gli emiliani tentano di uscire. Serve un pallone da visionario a Sanabria, che però manca varie volte l’appuntamento con la rete. Scatenato.
(BASELLI 5.5: in campo per la sua probabile ultima partita in maglia granata, e diremmo fortunatamente. Non demerita, ma nemmeno incanta a livello tecnico, però il suo ingresso toglie ulteriormente equilibrio al Toro e non conferisce nulla da nessun punto di vista. Il combattivo Linetty nel finale, sarebbe stato decisamente più utile, e anche più razionale).
BREKALO 6.5: Josip Argento Vivo nella sua versione più elegante. Sarebbe da 7 per quanto crea ed inventa con i suoi spunti e la costante elettricità che in corpo, 6.5 soltanto perché non riesce a trovare la giocata risolutiva o il colpo del proverbiale K.O. Il suo tocco di palla e la sua fantasia sono merce rara per palati fini, vedasi il tocco delizioso per il tiro di capitan Rolando. È ovunque e ha voglia di lasciare il segno, non ci riesce, ma è meraviglioso e fugace al pari di un sogno di mezza estate.
(PJACA 5: spiace bocciarlo, ma il suo ingresso al posto di Brekalo è davvero da dimenticare. Non riesce ad incidere tecnicamente, e il tocco sbagliato nei minuti finali, ha come prezzo la ripartenza che porterà alla marcatura che sancirà l’1 a 1 finale. All’ultimo minuto ha la possibilità di farsi perdonare, ma pecca nella foga e non la sfrutta bene con il suo mancino).
SANABRIA 6: “strano dare solo un 6 a una punta che segna e che fa un gran lavoro sporco per la squadra”, direbbe senz’ombra di dubbio Ivan Juric. Nel caso di Tonny purtroppo però è necessario, perché nonostante abbia come scusante la sfortuna e la corsa sfiancante che lo rende meno lucido, si divora un’infinità di occasioni da gol. E dispiace, perché sarebbe un bravo centravanti, ma le troppe chance non capitalizzate si trasformano in un boomerang.
JURIC 7: gara dominata in lungo e in largo, con il Sassuolo che può ringraziare il Dio del calcio per aver agguantato il pareggio, nella sola e unica chance creata dagli ospiti. L’ottimo Torino invece ne crea una miriade, ma il cinismo oggi non è con la sua truppa, la quale è condizionata anche dalla malasorte. Mister condannato da una ripartenza concessa dai ragazzi in modo suicida, ma che avrebbe potuto agire meglio per quanto concerne i cambi. Un Linetty più conservativo forse poteva tamponare meglio, rispetto ad un Daniele Baselli che toglie solo solidità.
Lorenzo Conzatti, Universo Toro