Le pagelle “a freddo” di Torino-Inter

Gleison Bremer (Torino FC) greets fans with his head down

BERISHA 7.5: nel primo tempo effettua due ottime parate su Ranocchia e su Lautaro Martinez, si fa sentire molto quando richiama i difensori all’attenzione. Nella seconda frazione è monumentale su Dimarco lanciato a rete, al quale riesce a chiudere totalmente lo specchio della porta. E’ incolpevole sul gol di Sanchez, e tocca anche il pallone prima che termini in rete.

DJIDJI 5.5: è il solito giocatore che alterna ad interventi buoni, delle idiozie più che evitabili. Alcune sue sbavature non vengono sfruttate a dovere da un’Inter sonnacchiosa dopo la quasi impresa di Anfield, ma rischia spesso di poter compromettere il risultato con la disattenzione. Sarebbe ora di puntare su Zima in pianta stabile, ma sappiamo che Juric non ascolterà (IZZO 6: spesso bistrattato per evidenti colpe individuali, questa volta non demerita, e oltre a non fare disastri a livello difensivo, costringe Handanovic alla super parata dopo l’ingresso).

BREMER 8: straordinario quanto il portiere. Sblocca il match con un gol da vero rapace dell’area di rigore, imposta con intelligenza e classe, e si propone in avanti ogni qualvolta è possibile per supportare la manovra offensiva. Difensivamente stravince il duello con Dzeko che viene letteralmente asfaltato, inoltre è estremamente puntuale coi suoi raddoppi provvidenziali su Lautaro, al quale lascia pochissime possibilità di giocare palla a terra. L’unico piccolo neo è il fatto che poteva fare di più sul gol del pareggio, ma di fatto non è certo colui che si può definire il principale colpevole.

BUONGIORNO 6.5: ottima prova difensiva del ragazzo di Santa Rita, il quale annulla Barella quasi totalmente e non si scompone quando c’è da battagliare con l’ex granata Matteo Darmian. Al minuto 45 è autore di un bel lancio per Belotti dalle retrovie, che poteva dare molti problemi agli ospiti. L’unica pecca della sua gara è il colpo di testa che concede a Vecino ad inizio secondo tempo, ma per il resto da tanto e meriterebbe davvero di giocare di più (RODRIGUEZ 5: sostituire Buongiorno è la sola scelta pessima di Juric all’interno del match, dal momento che lo svizzero si fa ammonire stupidamente appena entrato, e la medesima corbelleria lo limiterà notevolmente. Inoltre trema e pasticcia sul gol del pareggio interista, impedendo praticamente al Toro di portare a casa una gran vittoria assolutamente meritata).

SINGO 6: sarebbe facile bocciarlo scrivendo che non è molto pericoloso in fase offensiva. Essere veramente analitici, porta però a dire che aveva di fronte un cliente scomodissimo come Ivan Perisic, che pochi giorni prima aveva fatto penare un certo Alexander Arnold. Wilfried deve rinunciare a quasi tutte le sue folate offensive, ma riesce a contenerlo con intelligenza e sacrificio, e questa è una delle pure e sostanziali chiavi tattiche della partita.

LUKIC 7: altra chiave tattica della partita, il lavoro preziosissimo della coppia Lukic- Mandragora durante le fasi di possesso e non possesso. Tocca una marea di palloni e si fa trovare in ogni zona del rettangolo verde che necessiti della sua presenza, ad un povero carpentiere come Vecino insegna che il ruolo del regista è pensiero, tecnica e classe. Manda un messaggio a distanza a Marotta, e cioè che qualora si cercasse un erede di Brozovic, lui è l’unico nome credibile e acquistabile in Italia.

MANDRAGORA 7: recupera un’epopea di palloni e li smista sempre nel modo corretto, garantendo insieme a Lukic, un equilibrio in mezzo al campo degno di una big del nostro campionato. Il mister è non rinuncia mai a lui e in questo caso ha pienamente ragione. Rolly da titolare o da alternativa che sia, è una pedina fondamentale del Torino attuale e di quello che verrà. Se le condizioni fisiche lo assistono, è un calciatore perfetto e funzionale per la squadra.

VOJVODA 6.5: la compagine di Simone Inzaghi fatica a sfondare sulla parte sinistra del Torino, ma nonostante ciò il kosovaro eclissa Darmian nel duello, contenendolo in fase difensiva e saltandolo varie volte nelle situazioni in cui bisogna attaccare. Sbaglia qualche scelta che poteva chiudere la partita, ma è encomiabile. Altro nome che può scrivere la propria storia personale sotto la Mole e che va incoraggiato.

POBEGA 6.5: da trequartista atipico contribuisce a fare filtro, fa da collante tra mediana e attacco abbassandosi e tenendo palla, ed e’ efficace coi suoi inserimenti nello spazio. Si nota però in molteplici frangenti che non ha la qualità e la lucidità nelle scelte di un vero trequartista. Nel recupero svetta di testa e distrugge Dimarco nel gioco aereo, ma la sfera finisce fuori e Sanchez pareggia poco dopo.

BREKALO 7: nei primi 45 la retroguardia degli ospiti riesce a prendergli le misure, dopo un primo tempo di studio sale in cattedra e con il suo genio disegna calcio ad ogni tocco. Tenta il tiro da fuori che i nerazzurri murano, da lì sono solo intuizioni e suggerimenti straordinari quelli che deliziano la platea e fanno illudere che la serata sarà meritatamente in discesa. Al minuto 63 dribbla anche Handanovic in area di rigore, peccato che sia tale preziosismo a fargli perdere l’attimo per la conclusione. Se avesse piazzato sull’uscita del portiere, parleremmo di una vittoria roboante e di una rete strepitosa. Merita comunque applausi, perché l’estro è proprio così, fa sognare per quanto sia fugace.

BELOTTI 7: fa tantissimo lavoro per il proprio team e non si risparmia nel pressing e nelle corse. La rete del vantaggio nasce da un suo colpo di tacco, che coglie impreparati sia Bastoni che Skriniar. Riprova poi con una conclusione non eccezionale, che Handanovic respinge in maniera poco convincente. Subito dopo si conquista un calcio di rigore solare, dal momento che Ranocchia prende soltanto il suo piede e lo affossa nel peggiore dei modi. Tale episodio avrebbe chiaramente archiviato la pratica, ma Guida non è nuovo a simili idiozie che hanno indirizzato negativamente tantissimi match. È il caso che la società si faccia sentire in Lega e pretenda un trattamento più equo, visto che si tratta della seconda decisione a sfavore consecutiva dopo il Bologna, e della più recente tra le tante che hanno penalizzato ingiustamente i granata durante il campionato (SANABRIA 5: entra per tentare di far respirare la squadra proteggendo palla, e fa la peggiore della cose possibili, perde il pallone dal quale nasce la ripartenza con annesso pareggio dell’Inter. La sera del 13 marzo è il nemico pubblico numero due assieme a Rodriguez).

JURIC 7: la prepara molto bene in questa occasione, coi suoi ragazzi che praticano un pressing asfissiante, il quale non concede al gruppo di Simone Inzaghi di avere una buona circolazione di palla e di creare nitide chance per segnare. Azzeccata anche la mossa di Pobega trequartista, che nella fase passiva si abbassa sulla linea dei centrocampisti e crea grande densità in mezzo al campo. Oltre alle idee la mentalità è quella giusta, se l’idiozia di Sanabria era imprevedibile, non capiamo però perché togliere Buongiorno per Rodriguez, la scelta purtroppo costa il match nel finale. Lo promuoviamo, dovrebbe preparare più gare di questo tipo per puntare al vero salto di qualità.

Lorenzo Conzatti, Universo Toro

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