La sindrome degli ultimi 10′ perseguita il Toro: subiti 17 gol negli ultimi 2 anni

Impressionante il dato dei gol presi dai granata nei minuti finali. Con Juric in panchina persi sedici punti, ma il trend è iniziato anni fa

Il Torino è malato. La sindrome dei gol subiti negli ultimi minuti di partita continua a flagellare la squadra granata, anche nel secondo anno di gestione Juric. La rete di Alvarez al 93′ di un match tutt’altro che scintillante è forse una punizione troppo severa per Buongiorno e compagni, ma certifica un trend che, anno dopo anno, assume dimensioni preoccupanti. Nelle prime sette partite di campionato, il Torino ha subito sette reti, ben cinque delle quali dall’80’ in poi (Mota in Monza-Torino, Sernicola in Cremonese-Torino, Koopmeiners in Atalanta-Torino, Brozovic in Inter-Torino e Alvarez in Torino-Sassuolo). I punti persi a causa di questi gol sono due, apparentemente pochi, ma che rischiano di pesare come un macigno sul bilancio finale di stagione. Considerando anche l’anno scorso, il primo con Juric in panchina, la gravità della sindrome peggiora.

Da Piccoli a Immobile, passando per Raspadori e Sanchez: nel 2021-22 subiti 9 gol dall’85’

La prima stagione di Juric si aprì con una sconfitta immeritata contro l’Atalanta, che portò a casa i tre punti al 93′ grazie a un gol di Piccoli. Nei minuti di recupero anche Immobile purgò il Torino, segnando sia all’andata che al ritorno la rete del definitivo 1-1. Poi fu la volta del derby – in cui la beffa a tempo scaduto è purtroppo quasi una tradizione in casa granata -, l’ennesimo vinto in extremis dai bianconeri che passarono all’86′ con Locatelli. Lo strazio proseguì con ancor più forza nel girone di ritorno. Nel momento più felice del Torino di Juric, dopo le vittorie con Fiorentina e Sampdoria, fu Raspadori ad annientare i sogni di gloria granata, segnando il gol dell’1-1 all’88’ di una partita a dir poco dominata da Sanabria &Co. Come dimenticare, poi, il pomeriggio aberrante di Udine, in cui prima Molina su punizione (93′) e poi Pussetto su rigore (97′) condannarono il Toro, già in dieci per espulsione di Mandragora, a uno dei peggiori ko dell’anno? L’elenco prosegue con il pareggio di Sanchez al ’93’ (Torino 1-1 Inter) e il gol, indolore ma comunque evitabile, di Manaj dello Spezia al 97′ (Torino 2-1 Spezia). In totale fanno 9 reti subite dall’85’ in poi, che diventano 12 se si estende l’analisi agli ultimi dieci minuti – in questo caso vanno compresi anche i gol di Osimhen (1-0 Napoli), Caicedo (Torino 3-2 Genoa) e Muriel (Atalanta 4-4 Torino). Senza questo passivo, il Toro avrebbe chiuso il campionato con 14 punti in più in classifica, agganciando la Lazio in quinta posizione. Un rammarico troppo grande per una squadra con un gioco propositivo e arrembante come il Torino di Juric.

Vanja Milinkovic-Savic of Torino FC in action

Nonostante sia un difetto che i granata si portano dietro da molto più tempo, almeno dalla stagione 2019-20, che segnò il declino del Toro di Mazzarri, oggi sembra essere cambiata la natura del problema. Non subisce reti per una paura psicologica o per una sindrome di inferiorità rispetto agli avversari, come accadeva con Longo o con Giampaolo – celebre la sua dichiarazione della “melma nella testa dei giocatori” – ma perché al 75′ iniziano a venir meno le energie. La squadra di Juric si spreme tanto nella prima ora di gioco, aggredisce gli avversari alle caviglie sperando di passare in vantaggio per poi gestire, ma quando entra nell’ultima fase di partita si squaglia come neve al sole. La forza nelle gambe inizia chiaramente a scarseggiare, aumentano gli errori tecnici e le scelte sbagliate nel giocare il pallone, che spesso è controllato solo dagli avversari. Da ciò nascono i pericoli per Milinkovic-Savic, che a volte riesce a metterci una pezza, ma altre deve raccogliere la sfera in fondo alla rete. Quando Juric riuscirà a far fronte a questo grave deficit difensivo degli ultimi minuti, il Torino potrà ambire all’alta classifica, fino ad allora ogni salto di qualità sarà precluso.

Ivan Juric of Torino FC looks on (ph Francesco Scaccianoce)
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