Pubblicità

Coppa Bruno Pizzul e la Coppa che Porta il Suo Nome: Un Omaggio alla Voce Iconica del Calcio Italiano

Amici tifosi granata, parliamo della Coppa Pizzul, un trofeo che già dal nome evoca ricordi indelebili per chi, come noi, ha vissuto e vibrato con le telecronache di un gigante del giornalismo sportivo italiano: il mitico Bruno Pizzul.

Come è nata questa splendida iniziativa ?

L’idea di dedicare un trofeo a Bruno Pizzul, scomparso lo scorso 5 maggio, è venuta a Marco Ardemagni, voce nota di Rai Radio1.

La prima edizione di questa coppa speciale verrà assegnata in occasione di un match che ci vede protagonisti: Torino contro Udinese, oggi 23 aprile ore 18.30! Da questa stagione in poi, varrà ogni anno per l’assegnazione della ‘Coppa Pizzul’ .

L’organizzazione di questo omaggio non è casuale. Il Comitato Promotore è un vero e proprio dream team di giornalisti sportivi, con nomi del calibro di Marco Ardemagni (presidente), Marco Cattaneo, Pierluigi Pardo, Francesco Repice e Stefano Vegliani .

Ma cosa rende questa coppa così speciale, così legata al Toro? Beh, oltre al fatto che la prima storica sfida sarà proprio contro l’Udinese, c’è un aneddoto che ci scalda il cuore. Proprio Marco Ardemagni ha raccontato di un episodio del 2010, durante una trasmissione su Radio 2, quando chiesero a Bruno Pizzul per chi avrebbe tifato in un’ipotetica finale tra “bianconeri e granata“.

E sapete cosa rispose il grande Bruno?

Si trovò in difficoltà a scegliere!

Un segno, forse, di una simpatia che, come ci rivela il figlio Fabio, nutriva per il Toro fin dalla gioventù . Certo, da professionista era super partes, e con il tempo guardava con affetto anche all’Udinese, soprattutto dovendo scrivere spesso di loro .

Questa “Coppa Pizzul” si inserisce in quella bella tradizione dei ‘trofei accessori’, un po’ come succede nel rugby con il ‘Trofeo Garibaldi’ tra Italia e Francia o la ‘Cutitta Cup’ per Italia-Scozia . Un modo simpatico e significativo per onorare una figura che ha segnato la storia del calcio italiano con le sue telecronache .

Bruno Pizzul non era solo un telecronista, era “il telecronista” per intere generazioni di italiani . La sua voce garbata e i suoi racconti ci hanno accompagnato fin dall’infanzia . Come ha ricordato Fabio Capello, Pizzul era una persona normale, nonostante la sua immensa importanza, sempre pronto ad aiutare gli altri . Alessandro Del Piero, da ex giocatore, sottolinea come la sua voce fosse parte integrante delle partite della Nazionale, un vero e proprio “tesoro nazionale” . Paolo Condò paragona la sua voce a quella dei grandi speaker radiofonici che accendevano i sogni quando le immagini non erano così accessibili .

Ricordiamo il suo stile unico, quel lessico incredibilmente creativo che ci ha regalato espressioni come “tutto molto bello“, “sventola da fuori“, “partiti!“, “passaggio a perpendicolo

Era un maestro nel descrivere le emozioni, capace di farci sentire parte dell’evento!

Anche nei momenti più difficili, come la tragica finale dell’Heysel, ha saputo mantenere la compostezza pur trasmettendo il dramma.

La sua carriera è iniziata in Rai nel 1969, con la sua prima telecronaca di un Juventus-Bologna di Coppa Italia nel 1970.. Da lì, è diventato la voce di riferimento per il calcio italiano, superando per iconicità colleghi illustri . Ha commentato i grandi successi del Milan di Sacchi e le gioie e i dolori della nostra Nazionale per quasi due decenni , accompagnandoci in cinque Mondiali e quattro Europei , purtroppo senza mai celebrare una vittoria azzurra da telecronista .

Sappiamo anche del suo passato da calciatore, con esperienze nella Pro Gorizia, nel Catania, a Ischia e nella Cremonese, prima che un infortunio al ginocchio lo costringesse a smettere e prima di diventare la voce del calcio, fu anche insegnante di lettere. Insomma, un uomo dalle mille sfaccettature, legato alle sue origini friulane e alla fede, appassionato di vino – in particolare il Tocai friulano, ora Friulano, e la Malvasia autoctona– e giocatore di carte .

Amici del Toro, questa Coppa Pizzul è un modo meraviglioso per onorare la memoria di un uomo che ha fatto la storia del nostro calcio. E quale modo migliore per iniziare questa nuova tradizione se non con una vittoria del nostro Toro nella prima, storica partita?

Sarebbe “tutto molto bello”, non trovate?

5,0 / 5
Grazie per aver votato!
PubblicitàPubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *