I biancocelesti assaggiano Juric

È stata una sorpresa per molti il Toro sceso in campo nelle ultime partite, probabilmente per quasi tutti, eccetto che per coloro che avevano ben chiara la direzione che si sarebbe intrapresa tramite l’ingaggio del tecnico croato. Organizzazione, solidità, idee e tanta determinazione, con il talento messo al servizio di questi fondamentali dogmi che andranno a plasmare il nuovo corso granata.
Torino-Lazio si può raccontare in maniera prosaica come ennesima trasposizione di tutto ciò, con i giocatori che hanno preso parte alla sfida, in veste di attori che non evadono dallo spartito tracciato. Al netto di un lieve timore reverenziale palesato da alcuni nei primi minuti, la prestazione è autoritaria e coraggiosa, degna di chi sarebbe pronto a morire per la vittoria. Si notano un pressing asfissiante volto a non lasciare all’avversario libertà d’iniziativa, oltre a meccanismi evidenti che rivelano l’identità che questa squadra sta forgiando. Se prima c’erano paure ed incapacità di reggere determinate pressioni, esse sembrano aver lasciato spazio alla fame e alla voglia di giocarsela dal primo all’ultimo minuto. L’assenza di Belotti potrebbe pesare in un match così delicato ed importante, ma gli uomini di Juric hanno obbiettivi chiari e non intendono lasciare niente indietro. È così che apprezziamo un Bremer in veste di leader e imperatore, un Pobega che giganteggia in mezzo al campo, e ciliegina sulla torta un Pjaca che entra e si prende gli applausi con un gol da vero attaccante ed una prova maiuscola. Aldilà di chi si è messo particolarmente in luce, si percepiscono primordi di un gruppo che fa della grinta e dell’unità di intenti i propri cavalli di battaglia. E sebbene sia onesto in una certa misura puntualizzare che si poteva segnare più gol per mettere il risultato al sicuro, e non commettere ingenuità nei minuti finali, la strada imboccata è assolutamente quella giusta. È un pareggio che può rappresentare un crocevia: se fungerà da stimolo per mirare ad uno step successivo, tantissimi critici potrebbero non credere ai loro occhi.

Lorenzo Conzatti

5,0 / 5
Grazie per aver votato!